trafitta forse come la farfalla Ho odiato la tua poesia, le tue vicissitudini, per non aver compreso ed accettato già allora. Minore di tre fratelli, le condizioni della famiglia sono modeste. come fa un pazzo creatore Mi sento cattolica e profondamente moralista, nel senso che sono una persona seria allevata da genitori serissimi, pesanti e pedanti in fatto di morale. per essere abbandonata al mio triste destino. è stato quello di ridarti dimensione Credo nella crudeltà di Dio. Alda Merini è stata internata al manicomio Paolo Pini di Milano dal 1965 al 1972. Era un operaio, è morto nel 1983, un lavoratore. Siamo rimasti lì soli, io, la mia mamma e il piccolino appena nato. Perché, Dio non è così? Emanuela Carniti è la prima delle quattro figlie avute da Alda Merini e dal marito, il panettiere Ettore Carniti, uomo schivo e taciturno che la grande potessa aveva sposato nel 1953, a 22 anni. Un rapporto iniziato con difficoltà già dai nostri primi anni. per la resurrezione degli uomini…. e innalzi il tuo canto d’amore. che il tuo destino era segnato da sempre. io mai conobbi tutta intera. gemmando fiori da ogni stanco ramo Ma per ventura o per stoltaggine me le sono viste togliere anni fa, perché fumavo, dicono! Abbiamo perso tutto. Sorrido alla gente, al mondo,  Ci siamo buttati nelle risaie perché le bombe non scoppiano nell’acqua, ce ne siamo stati a mollo finché non sono finiti i bombardamenti. ghermiva le mie mani. Stavo in casa e aiutavo la mamma, andavo all’oratorio, ero una brava ragazza io. TRUE LOVE in JESUS - 100% Vero Amore. Ed era, credetemi, la cosa più bella che avevo. Tutti i diritti sono riservati | P. IVA 00748930153 |. You can bear the pain yourself, but it takes two people to feel joy. sperando l’ovvietà di un risoluto rebus Avevo 36 anni quando è nata la mia ultima figlia, Simona, e prima ancora era arrivata Barbara.”. Siamo scappati sul primo carro bestiame che abbiamo trovato. Ed allora invoco la morte. Carniti continua a tornare a casa ubriaco, picchia la nostra Alda fin quando lei, stremata, non prende una sedia e gliela scaraventa addosso, mandandolo in ospedale. Era una scrittrice lei, già dall’età di 15 anni scriveva le sue poesie, e anche se vivevamo in una condizione di povertà e pativamo spesso la fame, nostra madre perseguiva i suoi sogni. lievito del mio sangue e che risolva Ma sentivamo la mamma urlare per le scale». Ma ti ho inventata madre Io sono molto cattolica, la mia parrocchia a Milano era San Vincenzo in Prato. Riprese e Montaggio video Eric Davanzo tutti i diritti Gruppo A. Il video è stato realizzato grazie ad Ambrogio Borsani amico di Alda Merini. Ma io madre, anche se ingiustamente, Sì, avrei voluto una madre che lavava le scale, te lo dissi allora madre mia, e ti feci piangere…. Se la mia poesia mi abbandonasse lacerano e divorano la mia mente e il cuore. e fiorita son tutta e d’ogni velo per esser sottoposti alla Cerletti, Allontanata non so da cosa o da chi. Una donna ribelle, passionale, sognatrice, una donna che ha sofferto, che ha lottato per avere quello che desiderava, con un carattere difficile, testarda, tenace, bisognosa di continue attenzioni. Spaccarono la tua bellezza che sia pietra, che sia novello Adamo, Ho aiutato mia madre a partorire mio fratello: avevo 12 anni. Il nostro rapporto con nostra madre è sempre stato assai complesso, evasivo, la vita di nostra madre ha influenzato positivamente ma anche negativamente le nostre scelte, ma soprattutto la nostra vita. Mi ha salvata mio marito che veniva a trovarmi, perché chi non aveva nessuno scompariva all’improvviso nel nulla”. Alda Merini è la poetessa italiana più amata. non osavano sferrare pugni a destra e a manca insieme a cocci immondi di bottiglie Recent Post by Page. La sola volta che lascia  il suo rifugio è quando ottiene il premio Montale Guggenheim; con in tasca i soldi vinti chiude a chiave la sua amata casa in Ripa di Porta Ticinese 47 è si trasferisce all’hotel Certosa, dove vi rimane fino a quando non finisce tutti i soldi, in buona parte donati ai barboni che incontra per strada. La non felice situazione finanziaria in cui versa, la porta ad affittare una stanza ad un amico pittore. e in cerca della polvere d’oro io cadrei a terra sconfitta sei roccia sulle cime Ho fatto l’ostetrica per forza portando alla luce mio fratello, ce l’ho fatta: oggi ha sessant’anni e sta benissimo. Inaugurata la primavera con i suoi versi e fiorendo come un ciliegio che si riempie di rosso, lei, fiore riempito di linfa, si dice “poetessa della vita”. Alda Merini diventa un caso letterario: ... Nel 1954 Alda sposa l’operaio Ettore Carniti, da cui avrà quattro figlie. Io pregavo da bambina, ero sempre in chiesa, sentivo sette, otto, dieci messe al giorno, mi piaceva, però non ci vado più dai tempi del manicomio. Sembrava la Madonna mia madre, faceva un freddo boia, era una specie di stalla, ci siamo rimasti tre anni. sei astro che rischiara A 10 anni dalla morte della poetessa Alda Merini la figlia Emaniela ne racconta la vita, le opere, la sofferenza in manicomia. Alda Merini, il binomio genio e follia che condusse al sublime. Forse non tutti voi sapete che la vita mi ha voluto regalare quattro creature, intelligenti e belle. A loro raccomando sempre di non dire che sono figlie della poetessa Alda Merini. come uno storpio anela ogni suo passo. eri predestinata ad essere la Madre dei tuoi Discepoli. Un movimento lirico per parlare di una vita di sofferenze, povertà e solitudine ma anche di amore, poesia, dedizione e soprattutto scrittura. Diviene un personaggio di successo, comincia a guadagnare i primi soldini, ma non cambia il suo stile: continua a vivere come una clochard nella casa dei Navigli, in un passato sepolto sotto mille oggetti accumulati nel tempo, in una casa piena di libri, quadri e fotografie, dove i muri divengono la rubrica su cui scrivere i numeri di telefono, ed il pavimento è un mosaico di sigarette spente… un rifugio, nella foschia dei Navigli, per artisti,  barboni o squattrinati, che le facevano visita. Nonostante le parole della nostra amatissima madre siamo onorate di ringraziare le migliaia di persone che si sono recate a porgere il loro saluto alla  piccola ape furibonda che, con la sua vita difficile e la sua opera sofferta, ha segnato la storia culturale non solo di Milano. Ti ho inventata madre Alda frequenta le scuole professionali all'Istituto ''Laura Solera Mantegazza''; chiede di essere ammessa presso il liceo Manzoni, ma - sembra incredibile - non supera la prova di italiano. Non penso siano idee blasfeme, la Chiesa non mi ha mai condannata. 01 novembre 2009© RIPRODUZIONE RISERVATA, (dal Corriere della Sera del 30 maggio 2008), Cerca nel Dizionario dei Sinonimi e Contrari, Copyright 2010 © RCS Quotidiani Spa. morirei sopra una lampadina accesa, E perciò dammi un figlio delicato, La preoccupazione, credo anche giustamente, non era per l'Alda Merini ma per lo stabile che vorrei veniste a vedere: ci sono crepe ovunque e non credo di essere profeta di sventura se dico che certamente non moriremo di gas ma, prima o poi, travolti da un crollo. Intellettuali, artisti e poeti da tutto il mondo l’hanno sempre acclamata. E ci stavamo in cinque. Pecora Nera sas di Gianluca Riccardi e C. cadrei a terra come un cadavere San Paolo di Milano, in seguito ad un tumore, fumando le sue amatissime ed inseparabili sigarette, una dietro l’altra fino all’ultimo, incurante dei divieti. Ora, ciò che più mi preoccupa e mi manca, come madre, è la mia terza figlia. Allora Tutti ammassati. e taci meravigliata di questo ti ho punita e ferita. Stavo in casa e aiutavo la mamma, andavo all’oratorio, ero una brava ragazza io. come sole di infuocate parole mieterai liete ombre alle mie luci. Quella pazza. il giorno in cui fui strappata dalle tue braccia. A lungo avrei voluto lambire il tuo sorriso Io credo che sul piano umano sono stata molto più grande che sul piano della poesia. E se la morte un dono ha fatto L’ho visto accadere ad altri, non è una mia esperienza. che però grida ancora vendetta Today at 6:30 AM. La prima figlia, Emanuela, ne racconta la vita domestica e pubblica, attraverso i ricordi personali e gli scritti ritrovati. Siamo scappati sul primo carro bestiame che abbiamo trovato. gettandoti addosso tutto il mio peso e dolore Vi ringrazio e vi prego: aiutatemi a riavere mia figlia, non vorrei saltasse fuori un altro Rigoletto che, accecato dall'ira, invece del padrone uccide la figlia prediletta. siamo  Emanuela, Flavia, Barbara e Simona, le quattro figlie della poetessa recentemente scomparsa Alda Merini. perché la donna che era in te Nel 1986,  rientra finalmente a Milano, sulle rive dell’amato Naviglio, dove riprende a scrivere e ricuce le amicizie di un tempo. Aggiornamento del sito e curatore artistico: Gianfranco Bagatti (genero di Alda), siamo  Emanuela, Flavia, Barbara e Simona, le quattro figlie della poetessa recentemente scomparsa Alda Merini. Ma del resto dico spesso a tutti quelli, che quella croce senza giustizia che è stato il mio manicomio non ha fatto che rivelarmi la grande potenza della vita”. pronta ad asciugare amorevolmente le mie lacrime. Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso Avevo 18 anni, dove dormivo scusate? lacerano e divorano la mia mente e il cuore. Ho trovato una tale falsità nella Chiesa allora, in manicomio vedevo le ragazze che venivano stuprate e dicevano di loro che erano matte. Alda: “Io la vita l’ho goduta tutta, a dispetto di quello che vanno dicendo sul manicomio. ma spesso mille cupi pensieri opprimono,  tante e tante volte e in mille modi, Una semplice, dolce madre, premurosa, attenta. Ed eccoci qua a raccontarvi la storia di nostra madre, una madre privata delle figlie perché ritenuta psicolabile. sei a fondo nel mio mare Come le sorelle – Flavia, Barbara e Simona – non si era mai svelata pubblicamente fino alla morte della madre settantottenne, avvenuta a Milano un anno fa, il primo novembre 2009. Alda Merini, poetessa milanese, nasce nel capoluogo lombardo il 21 marzo 1931. Emily Dickinson "To belong to someone means to enter with his idea in the idea of him or her and make a sigh of happiness Alda Merini The only universal language is the kiss Alfred de Musset e soltanto tu riesci allora sulle fronti madide Non andavo a scuola, come facevo ad andarci? Tutti abbiamo un Dio, un idoletto, ma proprio il Dio specifico che ha creato montagne, fiumi e foreste lo si immagina solo… con la barba, vecchio, un po’ cattivo, un Dio crudele che ha creato persone deformi, senza fortuna. «Sono nata il ventuno a primavera» canta, in suo onore, Milva sulle note di Giovanni Nuti (dall’album “Milva canta Merini“, 2004). tramano un ordito mai immemore di te!!!! Parte 4. Noi eravamo sotto, nel rifugio, durante un coprifuoco; siamo tornati su e non c’era più niente, solo macerie. e spesso mi sono vergognata di te. La mamma invece ha avuto un’emorragia, hanno dovuto infagottarla insieme al piccolo e portarseli dietro così, con lei che urlava come una matta. Da un amante ci si può staccare, ma da un figlio non riesci”. Credete sul serio che l'avrei fatto? Io, Flavia, e la mia sorella maggiore, Emanuela, abbiamo vissuto con i nostri genitori fino all’età di sette anni, quando, dopo una lite, veniamo mandate tutte e due in un Istituto, e dopo un breve periodo,  io Flavia, mandata definitivamente a vivere presso uno “zio” a Torino, mentre mia sorella Emanuela tornerà a vivere con i nostri genitori e ci resterà fino all’età di 15 anni, periodo in cui si sposerà.