Milano: capofila per numero di imprese di ricerca e sviluppo. Inaugurata la STAZIONE FANTASMA: si scende dal treno e ci ritrova... Il PONTE SOSPESO tra gli ALBERI più LUNGO del MONDO. Alcuni passi dell’opera del Verri suonano incredibilmente familiari e inquietanti, se letti alla luce di ciò che sta accadendo ancora oggi. “Corsi e ricorsi storici” affermava lo storico Giambattista Vico, e con queste parole lo studioso napoletano del Settecento non intendeva una ripetizione sempre uguale delle fasi storiche, ma piuttosto la constatazione che l’uomo resta sempre uguale a sé stesso, pur nel cambiamento delle situazioni e dei contesti storico-politici in cui è immerso. Tra le epidemie di peste che flagellarono l’Europa, la più conosciuta è sicuramente la Peste di Milano del 1630. Milano è la provincia più ricca d’Italia in termini di Valore Aggiunto. Scopriamo il perché. Eppure, quasi quattrocento anni dopo, anche noi dobbiamo fare i conti con, con le bare dei morti di Covid-19 trasportate dai camion e, per le città per incutere timore alle persone. E perché si chiamava così? Nel cuore pulsante della movida milanese, all’angolo tra Via Giangiacomo Mora e Corso di Porta Ticinese, sorge oggi una scultura in bronzo con accanto una scritta: «Qui un tempo sorgeva la casa di Gian Giacomo Mora, ingiustamente condannato a morte nel 1630». Nel cuore pulsante della movida milanese, all’angolo tra Via Giangiacomo Mora e Corso di Porta Ticinese, sorge oggi una scultura in bronzo con accanto una scritta: «Qui un tempo sorgeva la casa di Gian Giacomo Mora, ingiustamente condannato a morte nel 1630». All rights are reserved. Beppe Sala a Milano Città Stato, VUOI CONTRIBUIRE ANCHE TU A TRASFORMARE IN REALTA’ IL SOGNO DI MILANO CITTA’ STATO? , che colpì diverse zone del Settentrione, oltre al Granducato di Toscana, la Repubblica di Lucca e la Svizzera, causando. 1630, Milano. Cambiano le cause bizzarre (antenne 5G, laboratorio segreto a Wuhan, Bill Gates) a cui viene attribuita l’epidemia, ma non la necessità di inventarsi spiegazioni irrazionali per esorcizzare la paura, oggi come nel 1630. Ma che cos’era la “colonna infame”? «Qui un tempo sorgeva la casa di Gian Giacomo Mora, ingiustamente condannato a morte nel 1630». In una situazione così delicata e incandescente, l’estrema destra e le frange più violente della società. Storia della colonna infame. e inquietanti, se letti alla luce di ciò che sta accadendo ancora oggi. Allora come oggi il rischio del contagio e la letalità della malattia vennero sottovalutati e si celebrarono lo stesso grandi cerimonie religiose e processioni, con tanto di assembramenti, che ovviamente contribuirono alla diffusione della peste fra la popolazione. Quello che, forse, ci sorprende di più è la sopravvivenza di forme di superstizione e di negazionismo così forti e radicate, nonostante gli enormi progressi compiuti dalla scienza dal 1600 ad oggi. Titolare del progetto Milano Città Stato è l'ASSOCIAZIONE VIVAIO. Quello che, forse, ci sorprende di più è la sopravvivenza di forme di superstizione e di negazionismo così forti e radicate, nonostante gli enormi progressi compiuti dalla scienza dal 1600 ad oggi. La Colonna Infame doveva essere un' appendice ai Promessi Sposi, ma poi si decise di farne un’opera a parte. Anche le immagini, ormai entrate nella storia, con la fila di camion dell’esercito che mercoledì 18 marzo 2020 hanno trasportato le bare di numerose persone morte di Covid-19 dal cimitero monumentale di Bergamo, la città italiana più colpita dalla pandemia, ai forni crematori di altre città, non sembrano inedite, se confrontate con il fatto riportato in questo passo da Verri: “Convenne finalmente col crescere della peste e il moltiplicarsi giornalmente il numero de’ morti disingannare il popolo, e persuaderlo che il malore purtroppo era nella città, e laddove i discorsi nessun effetto producevano, si dovettero far manifesti sopra gran carri gli ammassi de’ cadaveri nudi aventi i bubboni venefici, e così per le strade dell’affollata città girando questo spettacolo portò infine la convinzione negli animi, e forse propagò più estesamente la pestilenza”. Storia della Colonna Infame, Introduzione di Maurizio Cucchi, Collana UEF. E non solo: alla crisi sanitaria, anche in quel caso, si aggiunse quella economica, a cui seguirono tumulti, scontri e atti di disobbedienza. ... tenutosi appunto nell’estate del 1630 a Milano. L’ISOLA ITALIANA dove VIVONO solo gli SQUALI. Cambiano le cause bizzarre (, ) a cui viene attribuita l’epidemia, ma non la necessità di inventarsi. ... Ti trovi davanti alla famosa Colonna Infame. . Contagiosa, venefica, & malefica seguita nella città di Milano, & suo Ducato dall’anno 1629 sino all’anno 1632 di Alessandro Tadino, membro, a quel tempo, del Tribunale di Sanità della città di Milano e considerato da Manzoni uno dei testimoni diretti più attendibili e precisi della peste di Milano. Possiamo immaginarne l’aspetto solo per qualche stampa postuma in cui è raffigurata con una palla posta all’estremità. Come sappiamo, gli effetti della peste in quegli anni furono molto più tragici di quelli causati dal Covid-19, e così le reazioni della popolazione, che divenne sempre più esasperata e inferocita. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie vai alla nostra cookie policy. La Colonna Infame a Milano. Mi impegnerò personalmente”. Insomma, quelli che oggi definiamo “negazionisti” esistevano già quattrocento anni fa e a dimostrarcelo ci sono scritti e documenti dell’epoca o successivi che offrono un ritratto fedele e particolareggiato delle scene di follia e delle accuse infondate mosse dal popolo nei confronti dei suoi governanti. ” affermava lo storico Giambattista Vico, e con queste parole lo studioso napoletano del Settecento non intendeva una ripetizione sempre uguale delle fasi storiche, ma piuttosto la constatazione che l’uomo resta sempre uguale a sé stesso, pur nel cambiamento delle situazioni e dei contesti storico-politici in cui è immerso. Un incubo senza fine che si propagava a macchia d’olio. Manzoni, però, perennemente insoddisfatto e famoso per ritoccare fino all’ultimo le sue opere, decise alla fine di tagliare questa digressione, che rischiava di risultare fuorviante per i lettori e di pubblicarla successivamente come saggio a sé stante. © 2021. San Raffaele di Milano, autotrapianto di isole del pancreas nel fegato insieme all’Ospedale di Brescia. La Colonna Infame, Ruggero Menegon, bronzo, 2005. Il popolo, infatti, sospettoso nei confronti dell’effettivo pericolo della malattia, se la prese, già all’epoca, con i medici e con i presunti untori, colpevoli di aver diffuso la peste per tornaconto personale e per oscuri interessi. per eccellenza, dovremmo aver imparato a non meravigliarci più di nulla: tutto è possibile e niente è più scontato in questo 2020. In città imperversava già da un anno una terribile. Gli uni la facevano discendere da una cometa che fu in quell’anno osservata nel mese di giugno truci ultra solitum etiam facie [d’aspetto più spaventevole ancora dell’usato], come scrive il Ripamonti. Leggi anche: Dal racconto, infatti, si evince che la maggior parte dei cittadini milanesi dell’epoca non voleva credere che la malattia fosse un fenomeno naturale ma piuttosto un artificio “malefico” inventato dai medici a scopo di lucro. Come sappiamo, gli effetti della peste in quegli anni furono molto più tragici di quelli causati dal Covid-19, e così le reazioni della popolazione, che divenne sempre più esasperata e inferocita. 2021 The Vision. In una situazione così delicata e incandescente, l’estrema destra e le frange più violente della società ne hanno approfittato per soffiare sul fuoco e aggiungere violenza alla disperazione e alle difficoltà economiche. Se non lo fa l’Italia, si può chiederlo all’Europa, Milano Città Stato sarebbe un bene soprattutto per l’Italia, Primo passo del consiglio comunale verso Milano Città Stato, Corrado Passera: Milano Città Stato è il più interessante progetto che ci sarà in Europa nei prossimi anni, “Proviamoci. Beppe Sala a Milano Città Stato, Quando si sfondavano i cancelli: I CONCERTI più mitici nella storia di Milano (VIDEO), La PORTA del PARADISO: il lungo viaggio verso l’INFINITO. Buona visione! SE VUOI RENDERTI UTILE, SCRIVI A [email protected] (OGGETTO: CI SONO ANCH’IO). Conosco il romanzo. Una tragica fake news. La testimonianza più celebre che possediamo sui fatti del 1630 è il saggio di Alessandro Manzoni, Storia della colonna infame del 1840, che tratta la vicenda, ambientata durante l’epidemia di peste a Milano, del processo intentato a due presunti untori, ritenuti responsabili della pestilenza grazie all’utilizzo di sostanze misteriose. HANC DOMVM SCELERIS OFFICINAM Lisez des commentaires honnêtes et non biaisés sur les produits de la part nos utilisateurs.    5 Novembre 2020. Manzoni, però, perennemente insoddisfatto e famoso per ritoccare fino all’ultimo le sue opere, decise alla fine di tagliare questa digressione, che rischiava di risultare fuorviante per i lettori e di pubblicarla successivamente come saggio a sé stante. Sopra le macerie venne eretta come monito a chi l’avrebbe guardata una “colonna infame”, che da il nome alla vicenda, accanto alla quale un’iscrizione latina ricordava l’infamia degli “untori”, i propagatori di peste. “. Altri ne davano l’origine agli spiriti infernali”. DI Alessandro Mancini Altro importante documento dell’epoca, prezioso per il lavoro di ricostruzione storica del Manzoni, è il Raguaglio dell’origine et giornali successi della gran peste. "A colònna infâme de Nervi" - La colonna infame di Nervi, la meno nota delle colonne infami a Genova . Lo dimostrano le suggestioni e le credenze popolari che circolavano all’epoca sulla peste, riportate anche in questo caso nel saggio del Verri: “La pestilenza andava sempre più mietendo vittime umane, e si andava disputando sulla origine di quella anziché accorrervi al riparo. Alla negazione della pandemia e alle teorie complottiste, hanno fatto seguito, nelle ultime settimane, gli scontri, le proteste (pacifiche e non) e gli atti vandalici che hanno interessato tutte le maggiori città italiane, in risposta alle nuove restrizioni emanate dal governo. All right are reserved. In origine la vicenda sarebbe dovuta essere inserita nel Quinto capitolo del Quarto tomo de I promessi sposi, nella sua prima edizione, nota con il nome di Fermo e Lucia. Il romanzo? La vicenda della Colonna Infame sottolinea che le convinzioni, spesso infondate, arrivano a calpestare ogni forma di buon senso e di pietà umana. * Primo passo del consiglio comunale verso Milano Città Stato Targa apposta al muro di quella che viene chiamata la Colonna Infame. Le fonti che Manzoni seguì per il suo saggio attingono a documenti e testimonianze più antiche e addirittura contemporanee all’epoca degli avvenimenti: la principale è il saggio del 1777 dell’illuminista milanese Pietro Verri, Osservazioni sulla tortura, in cui l’autore descrive il processo agli “untori” del 1630 come testimonianza dell’ignoranza di un secolo non guidato dalla ragione e come esempio di utilizzo barbaro e disumano della tortura, metodo al quale il pensatore si dice assolutamente contrario. Oggi la Torre Malsana è sede di un locale milanese, al quale si può accedere e vedere il suo interno, benchè destinato ad altro uso. ! Tel Aviv, 1 feb. (Adnkronos) - Israele e Kosovo stabiliscono oggi relazioni diplomatiche. Eppure, quasi quattrocento anni dopo, anche noi dobbiamo fare i conti con negazionisti e complottisti che negano l’esistenza del virus o sostengono sia stato creato apposta, giudicano le mascherine inutili e dannose per salute, ritengono false le immagini con le bare dei morti di Covid-19 trasportate dai camion e accusano le ambulanze di girare a vuoto per le città per incutere timore alle persone. Della colonna non sono giunte descrizioni dettagliate, ma nelle stampe è raffigurata con una palla posta sulla sommità. E non solo: alla crisi sanitaria, anche in quel caso, si aggiunse quella economica, a cui seguirono tumulti, scontri e atti di disobbedienza. per esorcizzare la paura, oggi come nel 1630. Allora come oggi il rischio del contagio e la letalità della malattia vennero sottovalutati e si celebrarono lo stesso grandi cerimonie religiose e processioni, con tanto di assembramenti, che ovviamente contribuirono alla diffusione della peste fra la popolazione. Anche in questo caso, il saggio di Pietro Verri ci svela che all’epoca della peste successe all’incirca lo stesso: “In una parola, tutta la città immersa nella più luttuosa ignoranza si abbandonò ai più assurdi e atroci delirj, malissimo pensati furono i regolamenti, stranissime le opinioni regnanti, ogni legame sociale venne miseramente disciolto dal furore della superstiziosa credulità; una distruttrice anarchia desolò ogni cosa, per modo che le opinioni flagellarono assai più i miseri nostri maggiori di quello che lo facesse la fisica in quella luttuosissima epoca […] Cento quaranta mila cittadini Milanesi perirono scannati dalla ignoranza”. Alla negazione della pandemia e alle teorie complottiste, hanno fatto seguito, nelle ultime settimane, gli scontri, le. Storia della colonna infame. Non vado più al cinema, ma conosco il cinema. Milano, dal 1713. era passata sotto dominazione austriaca. La sua opera, che in questi mesi è tornata in cima alle classifiche di vendita nel mondo, contiene al suo interno frasi e descrizioni che si adattano perfettamente alla situazione attuale e per questo considerate quasi premonitrici. © 2021 The Vision. So cosa sono i grandi con cui non potevo gareggiare. Dal racconto, infatti, si evince che la maggior parte dei cittadini milanesi dell’epoca non voleva credere che la malattia fosse un fenomeno naturale ma piuttosto un artificio “malefico” inventato dai medici a scopo di lucro. Perché Milano visse già una situazione simile. Milano, 13 gen. (askanews) -ups 1.00 (al momento non sappiamo) - 1.56 (ci mancherebbe)Milano, 13 gen. (askanews) - "A oggi posso annunciare che ci saranno almeno quattro liste a mio sostegno". Nel tempo libero suono il pianoforte, pratico danza classica e coltivo la mia curiosità, che Milano mi permette di stimolare sempre di più. A Milano iniziò a diffondersi la voce che dei losch… Anche in questo caso, il saggio di Pietro Verri ci svela che all’epoca della peste successe all’incirca lo stesso: “In una parola, tutta la città immersa nella più luttuosa ignoranza si abbandonò ai più assurdi e atroci delirj, malissimo pensati furono i regolamenti, stranissime le opinioni regnanti, ogni legame sociale venne miseramente disciolto dal furore della superstiziosa credulità; una distruttrice anarchia desolò ogni cosa, per modo che le opinioni flagellarono assai più i miseri nostri maggiori di quello che lo facesse la fisica in quella luttuosissima epoca […] Cento quaranta mila cittadini Milanesi perirono scannati dalla ignoranza”. La storia è basata su un fatto realmente accaduto, è ambientata nella Milano del 1630 (stesso periodo dei Promessi sposi) colpita da una terribile epidemia di peste. Altro importante documento dell’epoca, prezioso per il lavoro di ricostruzione storica del Manzoni, è il, Raguaglio dell’origine et giornali successi della gran peste. Come racconta Alessandro Manzoni nella “Storia della colonna infame”, il barbiere assieme al commissario di Sanità Guglielmo Piazza era il principale accusato nel processo agli untori, durante la terribile pestilenza del 1630, processo che si concluse il 1° … Siamo all’angolo tra via Gian Giacomo Mora e Corso di Porta Ticinese. , ci aveva ammonito riguardo ai rischi sociali di un’epidemia e all’importanza di non sottovalutarla. La testimonianza più celebre che possediamo sui fatti del 1630 è il saggio di Alessandro Manzoni, del 1840, che tratta la vicenda, ambientata durante l’epidemia di peste a Milano, del processo intentato a due presunti untori, ritenuti responsabili della pestilenza grazie all’utilizzo di sostanze misteriose. Caterina Rosa, un’umile donna che abitava lì vicino, dichiarò alle autorità di aver visto un uomo spargere un unguento nero alle porte e ai muri della città e che, dunque, sarebbe stato il colpevole dell’atroce epidemia. Oggi Giorgio Oddone ci porta indietro negli anni, a fine Ottocento, per raccontarci la storia affascinante e sbiadita dal tempo della colonna infame di Nervi. L’architettura letteraria del lockdown ai tempi dei Promessi Sposi”. , più di un 1 milione di vittime, su una popolazione complessiva di circa 4 milioni. 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Le fonti che Manzoni seguì per il suo saggio attingono a documenti e testimonianze più antiche e addirittura contemporanee all’epoca degli avvenimenti: la principale è il saggio del 1777 dell’illuminista milanese Pietro Verri. Milano, Castello Sforzesco. Eppure, dopo l’elezione di Donald Trump come 45esimo Presidente degli Stati Uniti d’America, negazionista e amplificatore di fake news per eccellenza, dovremmo aver imparato a non meravigliarci più di nulla: tutto è possibile e niente è più scontato in questo 2020. Verri, per la realizzazione del suo saggio, si era basato a sua volta su un’opera precedente, quella di Giuseppe Ripamonti, un sacerdote e cronista della pestilenza, che scrisse il De peste quae fuit anno 1630, una dettagliata ricostruzione dei fatti e delle vicende legate all’epidemia che colpì Milano, fra cui la persecuzione degli untori. Una tesi molto simile a quelle sostenute dai negazionisti in questi mesi: “L’opinione comune del popolo volle ostinatamente piuttosto credere essere la vociferata pestilenza un’artificiosa invenzione de’ medici per acquistar lucro, anzi che esaminare e chiarire il fatto […] Inutilmente i medici più istruiti divulgavano le prove degli ammalati che avevano veduti morire di pestilenza, che la plebe sempre li risguardava come autori di una malignamente immaginata diceria”. 1630, Milano. Balestrieri in seguito mostrò la lettera al conte Firmian, governatore della Lombardia. I GRATTACIELI del futuro sono in LEGNO: seguirà questa strada anche... L’APPARTAMENTO più COSTOSO in vendita a Milano, Le 10 parole del dialetto milanese più USATE (con i significati). La Colonna infame torna a Milano: è un raggio di luce ... E quella colonna diventa, oggi, opera d arte e memoria. ne hanno approfittato per soffiare sul fuoco e aggiungere violenza alla disperazione e alle difficoltà economiche. Classe 1999 e Milanese al 100%. Mi impegnerò personalmente”. Se oggi, passandoci davanti, ci accostiamo per capire di cosa si tratta, i milanesi di qualche secolo fa non azzardavano neanche ad avvicinarsi. (pacifiche e non) e gli atti vandalici che hanno interessato tutte le maggiori città italiane, in risposta alle nuove restrizioni emanate dal governo. Contagiosa, venefica, & malefica seguita nella città di Milano, & suo Ducato dall’anno 1629 sino all’anno 1632. di Alessandro Tadino, membro, a quel tempo, del Tribunale di Sanità della città di Milano e considerato da Manzoni uno dei testimoni diretti più attendibili e precisi della peste di Milano. Nel tempo le accuse si mostrarono infondate e la colonna divenne il simbolo dell’infamia che ricadde sui giudici e sulla popolazione che si … Dopo la maturità classica, ho deciso di studiare filosofia. La VILLA ROTANTE: la prima al mondo che insegue il sole... Il VOLO AEREO più corto del mondo: un viaggio di 53... Il “MOSTRO”, il cavalcavia MONTECENERI-SERRA, verrà ABBATTUTO? La colonna infame di Nervi si trova in via Molinetti di Nervi, sulle alture dell’omonimo quartiere del levante genovese. Oggi come allora. Storia della Colonna Infame, con il testo della prima edizione, Introduzione di Angelo R. Pupino, C.U.E.C.M.. Storia della Colonna Infame, Tradizione critica, redazioni e varianti a cura di Alma Maria Ioni, A.S. Edizioni, 1997. Storia della colonna infame: recensione del libro di Alessandro Manzoni. Le persone contagiate morivano nel giro di pochi giorni e nei mesi estivi si contarono quasi 200 decessi al giorno. Se non lo fa l’Italia, si può chiederlo all’Europa Il processo, che portò alla condanna a morte per mezzo della tortura dei due innocenti, era partito da un’accusa, poi rivelatasi infondata, mossa da quella che Manzoni chiama una “donnicciola” del popolo, tale Caterina Rosa. La storia di questo angolo cittadino ha origini molto antiche e piuttosto inquietanti che risalgono ai tempi dell’epidemia di peste che divorò Milano nel 1630. Altri ne davano l’origine agli spiriti infernali”. Iscrizione posta in origine sulla “Colonna Infame”. Al quartiere Ticinese sulle tracce del 43enne torturato atrocemente e giustiziato nel 1630 con l’accusa di essere un «untore» della peste. Dapprima le guardie arrestarono Guglielmo Piazza, commissario di sanità, poiché l’inchiostro nero sulle sue mani fu scambiato per unguento pestilenziale. Cliccando “accetta” o chiudendo quest’informativa acconsenti all’uso dei cookie. La rimozione della Colonna Infame. Gli uni la facevano discendere da una cometa che fu in quell’anno osservata nel mese di giugno truci ultra solitum etiam facie [d’aspetto più spaventevole ancora dell’usato], come scrive il Ripamonti. La casa-bottega del Mora (barbiere di Milano) fu distrutta e sulle macerie fu eretta una colonna come monito di tutta la faccenda. In origine la vicenda sarebbe dovuta essere inserita nel Quinto capitolo del Quarto tomo de, , nella sua prima edizione, nota con il nome di. Lombardia, Milano. In effetti le guardie la trovarono nella sua bottega e per questo lo accusarono di essere un untore. Lo dimostrano le suggestioni e le credenze popolari che circolavano all’epoca sulla peste, riportate anche in questo caso nel saggio del Verri: “La pestilenza andava sempre più mietendo vittime umane, e si andava disputando sulla origine di quella anziché accorrervi al riparo. Dopo tante torture, il processo si concluse con la morte dei due indagati e la distruzione della casa-bottega di Mora. Figura 2. Oggi, tra negozi di abbigliamento, piccoli locali e qualche canapa-shop, il continuo via vai di giovani e turisti anima l’ampio e suggestivo piazzale antistante la Basilica di San Lorenzo Maggiore. Un proverbio milanese per ogni mese dell’anno. * “Proviamoci. colonna infame milano oggi. Il processo, che portò alla condanna a morte per mezzo della tortura dei due innocenti, era partito da un’accusa, poi rivelatasi infondata, mossa da quella che Manzoni chiama una “donnicciola” del popolo, tale Caterina Rosa. * Milano Città Stato sarebbe un bene soprattutto per l’Italia Infatti la colonna fu rimossa nel 1778, ormai divenuta simbolo di uno dei tanti errori che il superficiale sistema giudiziario del tempo aveva commesso. Nell’ambito di Triennale Decameron, Sandro Veronesi in conversazione con Gianluigi Ricuperati, scrittore e tra i curatori del Public Program di Triennale Milano, affronterà il tema “La colonna infame. Nelle notti dell'agosto 1778 gli abitanti sentirono più volte colpire la base della colonna, che cadde nella notte tra il 24 e il 25 agosto 1778 e , ormai entrate nella storia, con la fila di camion dell’esercito che mercoledì 18 marzo 2020 hanno trasportato le bare di numerose persone morte di Covid-19 dal cimitero monumentale di Bergamo, la città italiana più colpita dalla pandemia, ai forni crematori di altre città, non sembrano inedite, se confrontate con il fatto riportato in questo passo da Verri: “Convenne finalmente col crescere della peste e il moltiplicarsi giornalmente il numero de’ morti disingannare il popolo, e persuaderlo che il malore purtroppo era nella città, e laddove i discorsi nessun effetto producevano, si dovettero far manifesti sopra gran carri gli ammassi de’ cadaveri nudi aventi i bubboni venefici, e così per le strade dell’affollata città girando questo spettacolo portò infine la convinzione negli animi, e forse propagò più estesamente la pestilenza”.