Tra i primi gruppi che riportarono in auge il beat cantato in italiano vi furono i bolognesi Gli Avvoltoi, che riproposero anche i brani più nascosti del periodo '60s: già nella loro prima omonima cassetta autoprodotte del 1986 riproponevano Era Un Beatnick de Le Teste Dure. ... Perché un ricerca come quella di cui si parla non ridona solo la voce ai gruppi corali, famigliari e non, oppure musicali, ricordandocene i suoni, gli strumenti e i … alcuni di loro molto pallosi), sul finire degli anni 60 e primi 70 vi era stato in italia una autentica esplosioni di gruppi progressive e beat. Nel contesto discografico italiano già prima della British invasion e della Brit-It invasion, arrivarono i primi influssi della nascente musica beat inglese: nel 1960 erano già attivi I Fuggiaschi che arrivarono alla prima pubblicazione senza Don Backy solo nel 1965 con It's a Long, Long Way to Tipperary intitolata semplicemente Tipperary.[10]. Se, sul finire degli anni '50 le major americane avevano ormai assorbito il suono rock and roll diffondendolo in tutto il mondo[4], in Italia già nel 1956 il Quartetto Cetra rifaceva una cover di Rock Around the Clock intitolata L'orologio matto[5]. Le nuove scene musicali prendevano spesso il nome della città, oppure analogamente alla scena di Liverpool chiamata Merseybeat, dal fiume che passava per la città[17][20]. Dal 1967 la musica rock iniziava a diventare sempre più sofisticata, anche grazie a grandi produzioni come Sgt. Si affermeranno con canzoni colme di denuncia sociale e intensità di sentimenti, ricambiati dall’affetto di … E poi Barbieri con la loro W il lunedì! Non fu un caso che i primi successi del beat italiano vennero prodotti perlopiù in queste due città, che vide anche la nascita di un'importante rivista dedicata chiamata Mondo Beat[3]. Se avete partecipato alla seconda puntata del nostro gioco bruttino dell’estate, sicuramente avrete già scoperto che il gruppo ingiustamente dimenticata di questa settimana sono gli Alcazar. La musica beat italiana ha vissuto diverse fasi di revival negli anni successivi, spesso trainata dal revival della musica beat inglese e garage rock statunitense, ed ancora oggi continua ad influenzare numerose band moderne che preferiscono un approccio musicale proveniente dal basso e DIY. Alcune band della città che non arrivarono al debutto discografico erano i Becchini, i Grilli, i Nuove Ombre e molti altri[17]. Come per le band statunitensi del garage rock, spesso una produzione caratterizzata da forti limiti tecnici e tecnologici poteva portare a sonorità del tutto nuove. Anche il mondo femminile napoletano iniziava, in questo contesto la sua emancipazione, e ne fu prova la formazione delle Shermanettes, una delle prime del rock and roll Italiano tutta al femminile[7]. Le canzoni di questi artisti, proprio per la loro funzione liturgica e per l'utilizzo di tematiche che legate al sacro, avevano un forte legame con il beat di matrice psichedelica, anticipando così un filone che poi fu ripreso in diverse parti del mondo[1]. Nel febbraio 1965 l'avvocato Alberigo Crocetta inaugura a Roma il Piper Club, in via Tagliamento, al quale subito seguirono progetti analoghi e locali che gareggiavano con il Piper in una continua guerra fatta a colpi di serata di musica[17]. Nel 1968 viene pubblicato un 45 giri di un altro gruppo, anch'esso considerato uno dei vertici della rock sperimentale di matrice psichedelica della penisola: Danze della sera del gruppo romano dei Chetro & Co., in cui militavano Ettore De Carolis e Gianfranco Coletta, con l'uso di strumenti quali violaccia, inventato da De Carolis, ad arco, con 6 o 10 corde (l'aspetto ricorda quello di una ghironda); i testo sono tratti da alcuni versi di Pier Paolo Pasolini[21]. Questa categoria contiene le 56 sottocategorie indicate di seguito, su un totale di 56. Nel 1968 uscì poi un coraggioso singolo de le Mani Pesanti intitolato Un dio al neon/A proposito dell'amore (Ricordi)[1], gli Slickesr con il loro London Look/Il Mondo A Rovescio (FP4, 1968) ed ancora nello stesso anno Abbiamo Paura Dei Topi (Cdi) de i tubi lungimiranti. Negli anni successivi vi furono poi artisti stranieri che vennero in Italia per registrare brani in italiano come nei casi di The Yardbirds, The Hollies, Los Bravos, The Rascals e David Bowie[15]. Vi era una forte scena artistica chiamata la Scuola di piazza del Popolo, con artisti come Mario Schifano, Giosetta Fioroni, Tano Festa e Franco Angelile cui opere furono fondamentali per l'aspetto visuale del Piper Club. Tra queste, una delle più note dell'epoca furono The Sick Rose, che pubblicarono il loro primo album Faces per la Electric Eye Records di Claudio Sorge. Vi erano poi gruppi beat provenienti da altre zone d'Europa come i tedeschi Black Stars oppure gruppi R&B provenienti dagli Stati Uniti come Rocky Roberts & The Airedales o dal Canada come Chriss & The Stroke[15]. Milano come Roma, vantavano poi un'importante industria discografica in grado di accogliere i nuovi artisti ed i nuovi fenomeni musicali. Questa voce o sezione sull'argomento gruppi musicali italiani non cita le fonti necessarie o quelle presenti sono insufficienti ... La stagione 2007 Diritto di... è invece dedicata al tema dei diritti dimenticati, vilipesi, combattuti, perduti. Cominciò così il percorso che portò molte band inglesi di musica beat, blues e rhythm and blues a scalare le classifiche di tutto il mondo, con tour statunitensi di cui il più emblematico fu proprio quello dei Beatles del febbraio del 1964, supportato anche dal programma televisivo The Ed Sullivan Show che fece loro un'intervista rimasta storica. Beat, shake & pop art nella Roma anni '60, Lampi di Stampa, 2007. Meno conosciute, ma comunque interessanti, le produzioni dei Nightdriving Gossip, autori di un interessante pop-beat e attivi nell'area torinese nella seconda metà degli anni ottanta. Il fenomeno contagiò presto tutto il mondo, e l'Italia non ne fu esente, tanto che i Meteors, attivi già dal 1960, intitolarono il loro secondo album proprio Beatlesmania (Arc, 1965). Gli strumenti musicali più strani e dimenticati di sempre. Su questo esempio, in altre città d'Italia nascono simili locali rivolti specificamente ai giovani, dando la possibilità ai complessi beat di esibirsi: ricordiamo a Milano e Genova il Paip's, a Torino il Perla (ribattezzato Piperla) ed a Napoli il La Mela. Nonostante questo, nel 1964, il fenomeno del beat inglese si diffuse prima negli Stati Uniti e poi Italia. La musica beat in Italia, chiamata anche Bitt[1], fu un genere della musica popular e un movimento giovanile diffusosi in Italia durante gli anni sessanta, che vide diversi periodi di revival nei decenni successivi. In seguito altre band come The Casuals, Cyan Three, The Renegades, The Sorrows, The Motowns, The Primitives, Dave Anthony's Moods e Sopworth Camel, nonché solisti come Mike Liddell, si spostarono in Italia. Nel beat italiano si sviluppa così, a partire dal 1966 ma con i risultati maggiori l'anno seguente, un filone psichedelico, rintracciabile in alcune canzoni quali Devi combattere (1966) dei Jaguars, Le insegne pubblicitarie (1966) dei torinesi I Fantom's, LSD (1966) di Lucio Dalla. Gruppi musicali di musica etnica: Proporzionale etnica: Dakota (gruppo etnico) Turchi (gruppo etnico) Mon (gruppo etnico) Mal (gruppo etnico) Tupi (gruppo etnico) Sorbi (gruppo etnico) Tati (gruppo etnico) Lur (gruppo etnico) Hema (gruppo etnico) Conflitto etnico: Democrazia etnica: È convenzionalmente riconosciuto che il 1966 rappresentò l'anno di maggior diffusione della musica beat italiana, tanto che anche il Festival di Sanremo 1966 si apre al fenomeno beat, con la partecipazione dell'Equipe 84, dei The Renegades, degli Yardbirds, di Caterina Caselli, e di Françoise Hardy, icona dei ragazzi beat francesi. Da citare infine due gruppi, I Giganti e I Bisonti, in cui la quasi totalità del repertorio è costituito da canzoni italiane (da Tema a Crudele), mentre gli altri due complessi, che sono i New Trolls e Le Orme sono gli unici a non avere mai inciso alcuna cover. Monto video, animo grafiche e invento cose che poi non realizzo. In questo contesto nacquero le prime band giovanili di rock and roll: Willy and the Internationals, che incisero una versione di Lucille di Little Richard per la Vis Radio[8] furono una delle prime band rock miste, formata da tre studenti americani della Sherman School e da tre italiani[7]. Anche se molte band di questo circuito erano professioniste, molti gruppi del periodo erano costituiti da giovani dilettanti. Prendendo spunto dallo spirito psichedelico, le band che spesso non avevano le possibilità di produzione vaste come per le blasonate band inglesi, ne particolare virtuosismo musicale, presero comunque a prestito elementi esoterici e sacri da inserire in un rock piuttosto basilare. La rivoluzione della musica. Col tempo questi gruppi vennero influenzati dalla diffusione della musica folk e della psichedelia, contaminando il genere fino a quando, sul finire del decennio, presero piede forme più sofisticate di musica rock, e i brani su 7" dei gruppi beat scomparvero dalle classifiche nazionali[1]. Il jazz è una forma d'arte di origine afroamericana che ha prodotto i più alti livelli di integrità artistica e qualità musicale, limitati solo dal livello di … Prima di tutto, le lamentele sulle influenze negative nelle "forme musicali" pop odierne non hanno nulla a che fare con la razza. Nel 1966 arrivarono poi al debutto i Memphis con Gli amici miei/Come il tempo (Columbia) ed i Monelli con Tutto Ciò Che Voglio / So Che Tu Tornerai (Fox Record). Altre band vennero invece importate da produttori con contatti britannici, come nel caso dei Bad Boys, che arrivarono in Italia chiamarti dal produttore Leo Watcher (che l'anno dopo organizzerà il tour dei Beatles nello stivale) solo per suonare nei locali, arrivando poi al loro primo singolo 7" di produzione italiana solo nel 1966 con Gol / She's A Breakaway (Style). Negli anni 60 Milano vide una forte immigrazione da regioni meno agiate. Con la nuova rinascita industriale poi, gli strumenti musicali elettrici come le chitarre e l'amplificazione stavano diventando più accessibili. Curiosità: Tra i gruppi più longevi del panorama musicale italiano, i Nomadi muovono i primi passi all’inizio degli anni Sessanta in pieno fermento beat. Gruppi musicali italiani famosi. Nel 1979 I Gatti di Vicolo Miracoli pubblicano uno dei loro singoli più noti, Verona Beat, che raccontava proprio della scena beat veronese di quegli anni. Vi sono poi gli influssi tematici nei testi: in Dio è morto Francesco Guccini fa un riferimento nei versi iniziali Ho visto la gente della mia età... a quelli con cui incomincia il poema Urlo di Allen Ginsberg, Ho visto le menti migliori della mia generazione.... Anche nelle canzoni più leggere emergono le tematiche di fondo: in Qui e là, scritta da Aina Diversi per Patty Pravo (cover di Holy cow, scritta da Allen Toussaint e portata al successo da Lee Dorsey), ad esempio, si descrive la vita On the road: «Oggi qui, domani là, / io vado e vivo così, / senza freni vado e vivo così. Nacque così il fenomeno tipico dell'Italia delle messe beat. Il caso di Verona fu emblematico, con una scena cittadina chiamata Veronabeat, che vantava più di 300 gruppi musicali ed una omonima rivista che parlava soprattutto della scena locale. Nacquero e raggiunsero il successo numerosi gruppi e solisti; vennero quindi fondate case discografiche e riviste musicali dedicate al fenomeno, oltre ai locali specializzati in tutta Italia come il Piper Club di Roma e La Perla a Torino; vennero organizzati anche concorsi musicali tra i quali il famoso Rapallo Davoli[3]. Mai sufficientemente ricordati i Gazosa e la loro www.mipiacitu (tu tu tu). seconda puntata del nostro gioco bruttino. Se volete vedere uno dei loro nuovi progetti discografici vi consigli di guardare “Young Guns (Go For It)”, per tutti gli altri qui sotto potete fare un tuffo nel passato ascoltando le loro danzose lacrime datate 2001. Questo genere musicale culminò con la "Messa dei giovani" del 27 aprile del 1966, celebrata presso l'Aula Borrominiana dell'Oratorio di San Filippo Neri alla Vallicella, con un forte impatto mediatico e di pubblico che comprese anche la trasmissione televisiva dell'evento dalla RAI[3]. Puntiamo ancora una volta i riflettori su tutti quei cantanti la cui carriera è stata poco più luminosa di un bengala di Lara Croft, in segno di riconoscenza per quello che sono stati in grado di fare. Cinecittà poi richiamava in città cineasti da tutta Italia: autori come Federico Fellini, Pier Paolo Pasolini e Marco Ferreri, ma anche registi di genere come Daniele D'Anza, Ettore Maria Fizzarotti, mantenevano relazioni con la scena beat ospitando spesso artisti e musicisti nei loro film[21]. La musica beat in Italia, chiamata anche Bitt, fu un genere della musica popular e un movimento giovanile diffusosi in Italia durante gli anni sessanta, che vide diversi periodi di revival nei decenni successivi. Una critica che viene rivolta da alcuni giornalisti musicali[22] è la poca originalità del beat italiano, testimoniata dal fatto che la maggior parte del repertorio sarebbe costituito da cover di canzoni estere. Prova a cercare usando la lettera corrispondente al nome e poi al cognome. Nonostante il fatto che la nuova ondata andava propagandosi sempre più, le nuove influenze, musicali e culturali non trovarono immediata risonanza nei mezzi di comunicazione, che altresì vedevano con ostilità il rock and roll prima e la "musica dei capelloni" poi. Era il 2001, il primo iPod stava per essere lanciato sul mercato, io avevo da poco concluso la quarta elementare e Alessia Marcuzzi e Daniele Bossari conducevano in giro per le piazze italiane un’altra edizione del Festivalbar. Sempre nel 1968 viene pubblicato Ad gloriam, il primo album de Le Orme: il disco, anche se lascia intuire gli sviluppi successivi verso il Rock progressivo del gruppo, ha comunque molte influenze psichedeliche (a partire dalla copertina fino alle sonorità usate)[1]. Fu così che alcuni gruppi musicali, passati per il bel paese ed innamoratisi di esso, videro nell'Italia nuove prospettive espressive e produttive[15]. A Modena sono poi legati due nomi fondamentali del bitt come Equipe 84 ed i Nomadi, ma anche qua molte furono le band. Ma soprattutto L'album considerato il caposaldo di questa nuova formula fu Dedicato a de Le Stelle di Mario Schifano (1967); quest'ultimo disco, registrato al "Fono Folk Stereostudio" di Torino, si apre col brano dal titolo Le ultime parole di Brandimarte, dall'Orlando Furioso, ospite Peter Hartman e fine (da ascoltare con TV accesa senza volume), una suite di quasi venti minuti di simbolismi onirici[21]. Complice di questo processo fu anche il progressivo affermarsi del formato album, contro il singolo 7" che fino a quel momento era stato lo strumento distributivo privilegiato. Poi Gian Pieretti, Riki Maiocchi, Jonathan & Michelle, Mauro Lusini, Martò e Roby Crispiano[1]. Nasce in quell'anno il fenomeno della Brit-It invasion che vedeva band inglesi trasferirsi in Italia per portare il nuovo verbo della musica beat. Se già sul finire degli anni '70, sulla scia di band come The Jam, alcuni gruppi punk rock come i torinesi Blind Alley si erano lasciati trasportare dal fascino '60s, fu nella seconda metà degli anni '80 che fu più esplicita la riproposizione di sonorità legate agli anni sessanta, con band che perlopiù proponevano testi e cantato in inglese. Se i concittadini gli Alligatori avevano già pubblicato un paio di 7" dai toni più decisamente anni '50 come Tu Con Me (CBS, 1963) e Su, Paolo/Chi Sbaglia Paga da Sè (Till Then) (Durium, 1965), arrivarono poi a sonorità più beat con Settembre ti dirà/Dedicato a te (CBS, 1967), i Kings ebbero il loro primo 7" nel 1965 con Fai quello che vuoi / Ma non è giusto (Durium). Affascinanti, senza tempo, misteriosi. prima dell'avvento dei cantautori impegnati(?! Proprio per la presenza degli americani, Napoli fu uno dei primi luoghi in cui la cultura italiana veniva in contatto con quella statunitense attraverso feste da ballo, spettacoli e concerti che facilitavano scambi e contaminazioni tra le nuove generazioni favorendo interpretazioni locali di modi e stilemi statunitensi[7]. Scopri storie, curiosità e novità sui migliori gruppi italiani di sempre. Dal 2013 però, e so che questa notizia vi farà molto felici, il gruppo è tronato alla sua formazione originale con i mitici Andreas, Tess e Lina (chi?). Un gruppo o complesso musicale è un sodalizio artistico composto da persone che suonano stabilmente musica insieme. Nel 1964 The Rokes di Shel Shapiro firmarono per la Arc producendo così il loro primo 7" italiano Un'anima pura / She Asks of You. Ironico, malinconico, portatore sano di ansia con scheletri nell’armadio pubblicati su youtube. E proprio Sorge fu uno dei massimi promotori di questo revival, con il suo lavoro di riscoperta e divulgazione tramite Rockerilla e poi con la propria rivista Lost Trails[1]. (Clan Celentano) cover di Keep on dancing di Brian Poole & The Tremeloes, mentre Dino arrivò al 6º posto con Il Ballo della bussola, The Rokes arrivarono alla 15ª posizione con C'è una strana espressione nei tuoi occhi, cover di When you walk in the room di The Searchers e gli Equipe 84 guadagnarono un 19º posto con Notte senza fine ed un 32° con la cover di Tell me dei Rolling Stone intitolata Quel Che Ti Ho Dato[18]. Nascita e sviluppo della musica rock dalle radici folk e blues al movimento hippy, Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte/Meglio il madison, Danze della sera (suite in modo psichedelico)/Le pietre numerate, Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza, Graduale (Con voci di gioia)/Introito (Penso pensieri di pace), "How the Beatles Went Viral: Blunders, Technology & Luck Broke the Fab Four in America,", Tweet the Beatles! Altri critici invece[23] hanno invece sostenuto la peculiarità e l'originalità delle band italiane, che dalle influenze straniere svilupparono un proprio repertorio, fondendo le nuove sonorità con altre caratteristiche musicali. (Durium). Gli Equipe 84 rifecero Tell Me dei Rolling Stones con il titolo Quel che ti ho dato come B-side della cover di Papa-Oom-Mow-Mow di The Rivingtons intitolata Papà E Mammà (Vedette Records), Riki Maiocchi e i Mods rifecero il brano tradizionale The House of the Rising Sun (famoso nella versione dei The Animals) con il titolo Non dite a mia madre (Columbia) in un 7" che vedeva come lato B P.S. Un grosso contributo allo sviluppo del fenomeno viene dato da nuove riviste musicali che si occupavano delle nuove band e che nascono proprio in quegli anni: Ciao amici uscì per la prima volta nel dicembre 1963, Big nel 1965 ed infine nel 1966 nacque Giovani[16]. Sempre nel 1986 uscirono per la Electric Eye Records i milanesi Pression X con l'album omonimo[1]. Nel 1965 si contavano più di 100 festival in tutta Italia[17]. Nonostante le restrizioni del fascismo al propagarsi della musica straniera e statunitense in particolare, le sonorità dei neri d'America e delle big band influenzarono molti artisti di quel periodo. I Rubi Strubi arrivarono al 7" solo nel 1970 con E allora vai/Mani stanche (Decca)[1]. Facebook, in italiano "Faccialibro" (anche noto come Fessbook, Facebukkake o in una recente traduzione toscanaccia Facciadibuco) è un sito web che si autodefinisce "social network" nonostante sia in verità un Asocial network, tenendo conto della massa di asociali sfigati che lo popolano. Oggi tra i gruppi più amati ci sono i Modà, il Volo e tanti altri. Ma fu con il dopoguerra, con la fine del protezionismo e la forte presenza dell'esercito americano sul territorio italiano, che le sonorità statunitensi presero più piede nello stivale. Non sto parlando delle modernissime Lollipop che, ree di aver così tanto anticipato i tempi da non essere comprese dal pubblico, non riuscirono più a bissare il successo della loro Down Down Down. Questo sito utilizza i cookies per fornire una migliore esperienza di navigazione al lettore. Rock Around the Clock. Il gruppo vocale, però, che quell’estate dettò legge, senza sopravvivere brillantemente alla successiva stagione invernale, arrivava direttamente dalla Svezia con un seguito di pantaloni a zampa d’elefante e tutine argentate esilaranti. Il vero protagonista ingiustamente dimenticato di quell’estate, però, è stato un gruppo musicale che ci ha fatto ballare per tutti i caldi mesi della bella stagione. di Napoleon XIV intitolata Vengono A Portarci Via Ah! Tra i vari artisti che quell’anno calcarono il prestigioso palco del concertone estivo itinerante, non è giusto ricordare soltanto Vasco Rossi, Neffa, i Coldplay o Nelly Furtado. Gli artisti sono elencati in ordine alfabetico, ci possono essere casi in cui si sta cercando un cantanteusando il suo nome piuttosto che il cognome. Nel 1966 uscì così Graduale (Con voci di gioia)/Introito (Penso pensieri di pace) (Ariel) degli Angel and the Brains, Gloria/Agnus Dei (Ariel) de i Barrittas e Sanctus (Santo)/Credo (Io credo) (Ariel) di The Bumpers in un progetto musicale che portò poi allo split album La messa dei giovani (Ariel).