I cristiani divennero ben presto i principali sostenitori della politica di Costantino, che a sua volta non esitò ad appoggiarsi apertamente ad essi. La prima forma di governo a Roma fu la monarchia. Gli ultimi decenni dell’impero d’Occidente, segnati da ripetute invasioni barbariche – dal già citato sacco di Roma del 410 a quello analogo dei vandali di Genserico nel 455, alla calata in Italia degli unni di Attila – furono caratterizzati da una fitta successione di imperatori su cui generali e capi barbari esercitavano un’influenza sempre più condizionante. La leggenda della Le sue simpatie si rivolgevano più al paganesimo che al cristianesimo, e ciò gli costò l’odio dei cristiani. - ... Palazzo Madama Roma, Villa Albani da Vulci, ... Colonna Traiana Vibia Sabina con chitone (=tunica) e himation (=palla/ mantello) da Villa Adriana ? B. Pieri, Nomos Basileus, Centro Studi La permanenza del classico, Fuorithema, Bologna 2005, Trad. Tale sistema, seppur rigido e sostanzialmente ingiusto, si rivelò comunque utile per combattere il disordine impositivo che aveva imperato nel III secolo. Con la morte di Severo Alessandro si apriva il drammatico periodo dell’anarchia militare, riflesso politico della grande crisi globale del III secolo. endobj Ad Antonino Pio subentrò nel 161 Marco Aurelio, uomo di vasta cultura filosofica. G. Bellardi, Utet, Torino, 1978-1981 - Cicerone, Sulla legge Manilia, 14 e 19, Trad. ... Motivi economici spinsero Roma alla guerra contro la città etrusca di Veio che, dopo un lungo assedio, fu espugnata da Furio Camillo nel 396 a.C. L'ordinamento repubblicano. Roma dalla monarchia alla repubblica * * * * * * * * * La conquista romana dell’Italia Roma era un crocevia importante di traffici commerciali e scambi culturali tra le due aree più sviluppate dell’Italia antica: l’Etruria e la Magna Grecia Tra il V e il IV sec. Mediante tale riforma Augusto acquisiva di fatto il comando di tutto l’esercito, poi sancito nel 23 a.C. dall’attribuzione dell’imperium proconsulare maius, e non scontentava troppo i senatori giacché le province rimaste sotto il loro controllo erano quelle nelle quali essi avevano i più consolidati interessi economici. Nel 305 Diocleziano sorprendentemente abdicò, convincendo anche Massimiano a compiere il medesimo gesto. Con l’editto Costantino recuperava alla fedeltà alle istituzioni, ormai non più nemiche, una quota sempre più considerevole di cittadini. Contemporaneamente però, in Oriente, il generale Avidio Cassio si era ribellato, proclamandosi imperatore. Dal punto di vista economico poi la situazione era ancor più drammatica: mentre l’inflazione cresceva a ritmi vertiginosi, molti piccoli proprietari terrieri, artigiani, cittadini, che negli anni del benessere conducevano un’esistenza abbastanza agiata, rovinati dalla crisi, dovettero vendere le loro terre o le loro botteghe e furono costretti a cercare lavoro a bassissimi salari come braccianti nelle grandi aziende agricole dei senatori. Nessun imperatore fu da allora in poi eletto in Occidente. Sappiamo però che al posto dei re, i romani posero a capo dello stato due magistrati, dapprima scelti fra i comandanti militari col titolo di pretori; in seguito essi assunsero la denominazione definitiva di consoli. Alcuni anni prima, il popolo nomade degli unni, proveniente dalle lontane steppe asiatiche, aveva attaccato alle spalle alani, ostrogoti e visigoti. Ma i fantasmi incombenti della crisi economica e della guerra sui fronti renano-danubiano e orientale, lo portarono alla rovina. Le redini della politica finirono allora nelle mani di uomini forti, che approfittarono della debolezza dello stato per imporre la loro volontà: si trattò in prevalenza di generali che negli anni delle guerre di espansione avevano stretto con le loro truppe legami saldissimi fino a farne dei veri e propri eserciti personali. Roma antica - Dalla monarchia alla Repubblica. 40 0 obj La gravità della crisi che attraversò l’impero romano nel III secolo non riguardava però soltanto l’aspetto militare. 0000003786 00000 n I romani più ricchi, i nobili patrizi, che nell’esercito combattevano a cavallo e meglio armati, appartenevano alla prima classe. Per alcuni anni la guida dello stato passò allora di fatto nelle mani di un triumvirato (60 a.C.) formato da Pompeo, da Cesare e dal ricco senatore Crasso, che svolsero una politica moderata di sostanziale equidistanza dal senato e dalla plebe. Venne allora organizzata una spedizione contro di lui e Cleopatra: nel 31 a.C. ad Azio, nel mar Ionio, si combatté una grande battaglia navale fra le due forze in campo. - Augusto, Res Gestae 34, Trad. I disordini iniziati nell’ultima fase del suo regno continuarono con violenza nel 69: dopo un anno di duri scontri civili, un generale di origine sabina, Vespasiano, riuscì a prendere le redini del potere (69-79). L’impero di Roma finiva in sordina, in singolare contrasto rispetto all’importanza e alla grandezza dell’esperienza storica che aveva rappresentato. Fu autore, tra l'altro, di numerosi francobolli, compresa "la rondine" della prima emissione italiana di posta aerea. 0000007807 00000 n Diocleziano e Massimiano adottarono Galerio e Costanzo I Cloro. La storia dell’impero proseguiva invece in Oriente, dove una compagine sociale più compatta, una classe dirigente più dinamica, un più forte consenso attorno all’imperatore avevano permesso di risolvere il problema dei barbari e di gettare le fondamenta di un nuovo stato destinato a sopravvivere per un altro millennio: l’impero bizantino. Costantino provvide anche ad accentuare la sacralità del potere imperiale; la struttura del governo centrale fu razionalizzata con la creazione di grandi uffici ministeriali e di un corpo di burocrati che svolgeva compiti di segreteria. Acquista Dalla monarchia alla Repubblica - Enzo Santarelli, a cura di - Editori Riuniti- L' Unità ROMA Storia dell’Emblema della Repubblica … Una serie di battaglie perdute (al Ticino e alla Trebbia nel 218, presso il lago Trasimeno nel 217, a Canne nella piana dell’Ofanto in Puglia nel 216) condussero Roma sull’orlo della disfatta, evitata soltanto per l’impossibilità da parte di Annibale di sferrare l’attacco decisivo. La prima conquista dei plebei, che usarono contro i patrizi l’arma della sospensione di ogni prestazione di lavoro e del rifiuto di prestare servizio nell’esercito, fu la promulgazione nel 451 a.C. delle prime leggi scritte di Roma (Dodici Tavole). Redazione De Agostini. La struttura attorno a cui Augusto aveva costituito il suo potere non prevedeva un criterio obbligato di successione. A. Resta Barrile, Zanichelli, Bologna 1989 - Tacito, Tratto da: Luciano Marisaldi, Paesaggi della storia, Dalla preistoria a Roma repubblicana, Zanichelli 2011, Volume 1, Trad. 0000071040 00000 n Gli succedette Antonino (138-61), poi detto Pio, originario della Gallia: egli regnò nel periodo in assoluto più pacifico per lo stato romano, risiedendo stabilmente a Roma, in una corte affollata di intellettuali. Contravvenendo al principio dell’adozione del migliore Marco Aurelio aveva scelto come successore Commodo, ultimo sopravvissuto dei suoi dodici figli naturali. endobj Seguì un periodo oscuro di vendette e assassini politici, mentre i vincitori si spartivano lo stato: Marco Antonio si assicurò il controllo di tutta la parte orientale dello stato romano; a Ottaviano venne assegnata la Spagna e l’Italia, mentre Lepido ebbe il governo dell’Africa. Primaria Classe quinta Storia. Le classi popolari e i veterani si sollevarono contro i congiurati rappresentanti della nobiltà più conservatrice: fu portato insomma alle estreme conseguenze quel conflitto di interessi e di potere che ormai da decenni contrapponeva da un lato l’aristocrazia tradizionalista e dall’altro i ceti emergenti, la nuova aristocrazia dell’espansione e del commercio, le classi medie in rapida mobilità, la complessa e articolata fascia dei ceti inferiori e gli elementi politicamente più intelligenti della stessa nobiltà senatoria. In seguito alla caduta di Tarquinio il Superbo e con egli della monarchia, Roma si trovò cinta d’assedio. A dispetto di un’apparente solidità, lo stato romano soffriva però di una profonda debolezza, provocata dai problemi sociali e da una lotta intestina per il potere che era giunta ormai ai limiti della guerra civile. Un 3 L’esercito della Repubblica Sociale Italiana combattè al fianco dei tedeschi contro Bado- 0000051402 00000 n Qualche anno più tardi la diarchia si trasformò in “tetrarchia”. Pompeo, fuggito in Egitto, vi trovò la morte. Occorreva quindi scegliere comunque un successore. Accingendosi a compiere la sua complessa riforma istituzionale, Ottaviano evitò brusche rotture con il passato. Ottaviano restò così l’unico padrone di Roma. Secondo la tradizione Sesto Tarquinio, figlio di Lucio Tarquinio, aveva recato oltraggio alla nobildonna Lucrezia che si uccise per la vergogna.. Il popolo, fu allora incitato da Collatino, marito di Lucrezia, a cacciare il re. La libera scelta del successore, che veniva adottato come figlio, rispondeva a una duplice esigenza: da un lato salvaguardava il principio, caro al senato, della “scelta del migliore” alla guida dell’impero, mentre dall’altra ribadiva il concetto dell’ereditarietà dinastica ben accetto al popolo. Sconfitta definitivamente, nel 275 a.C., anche la città greca di Taranto e il suo potente alleato, il re dell’Epiro Pirro, un sovrano ellenistico con scoperte ambizioni di potenza, Roma si affacciò decisamente sul Mediterraneo e venne per la prima volta a contatto diretto e in competizione di interessi con la maggior potenza economica e commerciale che allora su quel mare operava, Cartagine. Il sostanziale insuccesso rispetto agli obiettivi che ispirarono tale atto avrebbe tuttavia convinto i successori di Diocleziano a mutare definitivamente atteggiamento di fronte al cristianesimo, una realtà religiosa e sociale ormai ineliminabile con la forza. Embed. Ma il suo potere di monarca occulto, sostenuto dal consenso popolare, risultò intollerabile per gli interessi dei senatori e per i sostenitori più intransigenti della tradizione repubblicana: Cesare fu assassinato in senato il 15 marzo del 44 a.C., le idi di marzo secondo il calendario romano. Dalla successiva fusione di Roma con queste due realtà etniche viciniori nacque molto probabilmente il primo consistente nucleo del futuro stato romano. L’impero che Vespasiano ereditava, nonostante le follie neroniane, era un organismo sostanzialmente prospero, caratterizzato sul piano sociale ed economico da due fenomeni paralleli: la crescita e l’intraprendenza dei ceti medi e l’importanza sempre maggiore delle province rispetto all’Italia. L’imperatore era il suo rappresentante in terra, secondo un’ideologia regale che mirava ad attribuire un fondamento divino al potere del principe, al pari del Sole unico vero sovrano. NOME CLASSE A 268 STORIA 4 5 scheda 162 1. Soltanto nel 175 Marco Aurelio riuscì a ricacciare i barbari oltre il confine. x�]P�j�0��+tLA��ތ��|HZ��dim�J����z4��0�a�����m���� �M ��6��F�-VuÌ���W/�W. Mi piace. <> La sua azione politica, come era logico in un periodo di pace, fu tesa soprattutto al miglioramento delle condizioni di vita della società romana, che si realizzò nell’estensione del diritto di cittadinanza a molti provinciali, in una legislazione umanitaria e nella promozione dell’istruzione pubblica. Pochi mesi dopo, nella primavera del 313, Licinio si liberò di Massimino Daia. endobj Intanto la pressione dei popoli germanici, slavi e asiatici andava sempre più scaricandosi sulle frontiere di Roma. Sapere. Scomparso Costantino nel 337, si accesero immediatamente violente dispute fra gli eredi, che culminarono in stragi di palazzo e in vere e proprie guerre. Consoli a) Amministravano la giustizia 2. Roma dalla Monarchia alla Repubblica. repubbLica romana pEr alUnni con diFFicolt di apprEndiMEnto pEr alUnni non italoFoni pEr il ripaSSo E il rEcUpEro La città di Roma si sviluppa nell’VIII secolo a.C. ed è governata dalla monarchia Nel VI secolo a.C. Roma passa da monarchia a repubblica Roma è governata da: due consoli, il senato, i comizi Alla fine del II secolo a.C. il dominio consolidato di Roma comprendeva, oltre all’ltalia, sette province (Asia, Africa, Macedonia, Spagna Citeriore e Ulteriore, Sicilia, Sardegna e Corsica). Domata nel 176 la ribellione, ripresero le ostilità sul fronte danubiano. Domiziano (81-96), ripeté invece molti errori già compiuti da Caligola e da Nerone, ai quali si sommarono insuccessi pesanti in politica estera. Ottaviano aveva ben presenti nella memoria gli esempi da non imitare di Cesare e di Antonio, cioè di un potere personale giunto al culmine e crollato tragicamente allorché stava per trasformarsi in vera e propria monarchia. Primaria Classe quinta Storia. 0000023839 00000 n Il regno di Nerone (54-68) espresse in maniera politicamente assai concreta la contraddizione di un potere sempre più incerto, a distanza di circa mezzo secolo dal principato di Augusto, fra la tentazione della monarchia assoluta e la difficile salvaguardia dell’equilibrio fra i ceti e del consenso di tutti. Dopo un’estenuante gara a eliminazione rimase solo al potere, in Oriente, Costanzo II, figlio di Costantino, al quale però ben presto le legioni occidentali contrapposero, acclamandolo imperatore, il cugino Giuliano. L’anziano principe rivelò appena eletto un’energia insospettata, riuscendo a conciliare la piena autonomia decisionale del principe con una politica che gli accattivò il favore sia delle classi elevate sia del popolo. Nella seconda metà del IV secolo le tensioni religiose e politico-religiose fra cristiani e pagani, fra cristiani ortodossi e cristiani eretici, fra pagani innovatori e pagani tradizionalisti furono ancora molto aspre. In effetti la cristianizzazione dell’impero si faceva sempre più profonda. Z�T���&�Vb��(� �&����Xw0�` Il conflitto fu vittorioso, ma il successo non poté essere consolidato per la necessità di far fronte alle popolazioni germaniche e iraniche dei marcomanni, dei quadi e degli iazigi, che avevano varcato il limes e dilagavano in territorio romano. <>stream 0000036513 00000 n Nel 27 Tiberio, che si era ormai alienato sia la benevolenza del senato sia l’appoggio dell’opinione pubblica, abbandonò Roma e si ritirò a vivere a Capri: da allora in poi egli si impegnò, fino alla morte (37), in una sistematica repressione di veri o presunti attentatori del suo potere. Leaderboard. Corrisponde certamente a verità storica la dominazione degli etruschi su Roma nel VI secolo a.C., scaturita da una massiccia infiltrazione di elementi di tale etnia fra le classi dirigenti romane e rappresentata dagli ultimi tre re della tradizione. Embed. Seguì un ventennio di pace fra i due contendenti, di cui Roma approfittò per estendere il proprio controllo a parte dell’Italia settentrionale e per avviare un rapporto più intenso con le città della Grecia. I plebei ottennero anche il riconoscimento della funzione dei tribuni, dichiarati inviolabili e forniti del diritto di veto rispetto a qualsiasi decisione presa dai magistrati della repubblica che fosse da loro giudicata dannosa o contraria agli interessi della plebe. endobj 616 a.C. Tarquinio Prisco diventa quinto re di Roma. Sul piano della politica estera la neonata repubblica di Roma fu dapprima coinvolta in una guerra con i latini, ai quali in seguito si alleò in lega per far fronte alla comune minaccia rappresentata da sabini, equi e volsci, sconfitti definitivamente nella seconda metà … Egli emanò una “costituzione”, in base alla quale il diritto di cittadinanza romana veniva esteso praticamente a tutti i residenti entro i confini dello stato (212). 0000036694 00000 n LA REPUBBLICA ROMANA LA LEGGENDA LA REALTA’ a causa della quale la Vittoria sugli Etruschi, sconfitta con i Galli Con la fine della monarchia (509 a.c.), ebbe inizio a Roma il periodo dell' età repubblicana, che durò sino al I secolo a.c., e durante il quale … 0000024031 00000 n ; Con il video Sette re di Roma sarà possibile approfondire, uno per uno, l’operato di ciascuno dei sette re di Roma. Adriano viaggiò molto in Grecia e in Oriente dove le sue inclinazioni per la cultura ellenistica trovavano largo apprezzamento. Sulla scena politica comparvero allora Gneo Pompeo e Giulio Cesare. 0000008396 00000 n Per la prima volta, almeno dal punto di vista dei doveri e dei diritti civili, tutti i sudditi dell’impero divenivano uguali. <>/MediaBox[0 0 595.27301 813.539978]/Parent 25 0 R/Resources<>/Font<>/ProcSet[/PDF/ImageC/Text]/XObject<>>>/Rotate 0/TrimBox[0 0 595.27301 813.539978]/Type/Page>> Particolarmente efficace fu l’azione compiuta per rendere più razionale l’amministrazione del fisco attraverso un nuovo sistema di imposizione e di esazione della tassa annuale fondiaria. Seguì ancora un decennio di sostanziale anarchia finché, nel 285, venne acclamato imperatore un generale illirico, Diocleziano. <> 32 0 obj Diocleziano era inoltre convinto che la rinascita dell’impero dovesse anche fondarsi sulla restaurazione della religione tradizionale di Roma. Il secondo, patrizio di simpatie mariane, avrebbe acquisito a Roma l’intera Gallia con una campagna di conquista durata dal 59 al 50 a.C. Numerose altre magistrature di rango inferiore (pretura, edilità, questura) si occupavano delle varie esigenze dello stato: dalla giustizia ai lavori pubblici, dai problemi pratici della vita cittadina al controllo delle finanze e delle uscite dello stato. <> La minaccia ai confini intanto si faceva sempre più concreta. Accanto alla classe senatoria latifondista si era progressivamente accresciuta la forza della “nuova” classe dei cavalieri, che monopolizzava il commercio e godeva della lucrosa esclusiva degli appalti delle opere pubbliche e della riscossione delle tasse. La recuperata autorevolezza permise ad Aureliano di cominciare ad affrontare i gravissimi problemi economici dello stato. In particolare la campagna che portò all’annessione della Dacia permise a Roma di acquisire le enormi risorse minerarie, soprattutto aurifere, di quella regione. Al contrario di Traiano, Adriano favorì il decentramento e valorizzò ampiamente il ruolo delle province. I barbari, come erano chiamati per rimarcare la loro diversità rispetto ai cittadini romani, si erano riversati a centinaia di migliaia all’interno dell’impero, mentre molti altri si affacciavano con forza ai confini; alcuni corpi militari romani erano ormai formati in toto da elementi barbarici, i quali accedevano anche ai posti di comando fino alle cariche supreme dell’esercito e della burocrazia. Verso la fine del IV secolo, un grande imperatore, il generale di origine spagnola Teodosio, riuscì a ritardare con la sua opera efficace l’agonia dell’impero. Nello stesso 23 il principe assunse anche la tribunicia potestas, secondo cardine del suo potere: essa comportava l’assunzione di tutte le prerogative proprie degli antichi tribuni della plebe: l’inviolabilità, il diritto di veto, il diritto di convocare il popolo in assemblea. Ben poco Settimio Severo poté fare invece contro la crisi di produzione agricola, che, salvo poche realtà locali come la prospera provincia dell’Africa occidentale, affliggeva l’impero. L’iniziativa di una vera e propria sfida al potere quasi assoluto dei patrizi partì, con ogni probabilità, dai plebei benestanti, in prevalenza commercianti o artigiani, i quali promossero l’istituzione di assemblee (concili) dei plebei, guidate, con mandato annuale, dai cosiddetti “tribuni della plebe”. B • Collega i nomi dei magistrati della Roma repubblicana con la rispettiva definizione. Essi furono tuttavia frenati nei loro propositi, più che dagli eserciti romani, dalla presenza del regno siriaco di Palmira, che poteva allora mettere in campo risorse superiori a quelle di Roma. Options. 0000002045 00000 n <<>> Classifica. Anche Cartagine, sotto la guida politica della famiglia dei Barca, si risollevò dalla disfatta e nel 225 a.C. stipulò con Roma un nuovo trattato che fissava precise sfere di influenza fra le due potenze. Il figlio di Valentiniano, Graziano emanò una serie di leggi penalizzanti nei confronti dei pagani. Il passaggio alla repubblica (509 a.C) Con l’abbattimento della monarchia Roma si dà un ordinamento repubblicano e aristocratico, che resterà in vigore fino al I sec. La Repubblica romana (Res publica Populi Romani) fu il sistema di governo della città di Roma nel periodo compreso tra il 509 a.C. e il 27 a.C., quando l'Urbe fu governata da un'oligarchia repubblicana.Essa nacque a seguito di contrasti interni che portarono alla fine della supremazia della componente etrusca sulla città e al parallelo decadere delle istituzioni monarchiche. Seguì un periodo d’incertezza politica e di lotte fra vari pretendenti al trono imperiale. Il regno di Claudio fu interrotto tragicamente dalla moglie Agrippina, che, in accordo col prefetto del pretorio Afranio Burro avvelenò Claudio al fine di insediare sul trono il proprio figlio di primo letto Nerone. Accreditare un nuovo ordinamento come ricomposizione di un ordine antico e mascherare da restaurazione quella che era di fatto una rivoluzione furono gli obiettivi di un’audace scommessa, che Ottaviano giocò e vinse. endobj Il primo, generale sillano, creò la sua fortuna politica eliminando il flagello dei pirati che sconvolgevano i traffici commerciali di tutto il Mediterraneo e conquistando stabilmente per Roma l’intero Medio Oriente fino al confine con il regno dei parti. 28 0 obj A Vespasiano succedettero, nell’ordine, i figli Tito e Domiziano. Tale culto si basava sulla credenza nella superiorità del dio Sole su tutti gli altri dei. Opzioni. Passaggio dalla monarchia alla Repubblica francese. I congiurati abbandonarono Roma e la lotta contro di loro fu condotta, oltre che da Marco Antonio, dal diciottenne Ottaviano (il futuro Augusto), pronipote e figlio adottivo dello stesso Cesare. Pochissimo tempo dopo un altro imperatore, Valeriano (253-60), fu fatto prigioniero in Oriente, deportato e poi eliminato dai persiani. Dalla Monarchia alla Repubblica. Inoltre i soldati che provenivano dall’Oriente diffusero in tutto l’impero una terribile epidemia di peste: i morti si contarono a centinaia di migliaia, con pesanti ripercussioni demografiche ed economiche. I comizi centuriati eleggevano i magistrati più importanti come i consoli e i pretori; l’assemblea aveva inoltre la facoltà di approvare o respingere le leggi proposte dai magistrati. Salì allora sul trono il giovanissimo Avito Bassiano. G. Geraci, A. Marcone, Fonti per la storia romana, Le Monnier, Firenze 2008 - Supplementum Epigraphicum Graecum, 922. 0000001367 00000 n Il primo, che sotto l’impero del padre aveva condotto la spedizione in Palestina contro i ribelli ebrei distruggendo Gerusalemme, regnò per soli due anni, dal 79 all’81, lasciando un buon ricordo di sé. More. Mostra tutto. Non mancava però qualche dato contraddittorio: ad esempio, la conclusione delle guerre influì negativamente sul mercato degli schiavi; a sua volta la carenza di schiavi determinò la nascita del colonato e del bracciantato agricolo libero, cioè la formazione di una nuova classe inferiore su cui si sarebbero in futuro scaricati gli effetti più dannosi delle crisi economiche. 0000034997 00000 n Il suo regno fu segnato da gravi sciagure come l’eruzione del Vesuvio (79) che distrusse Pompei, Ercolano e Stabia. Caligola regnò per quattro anni in maniera tirannica e incoerente, pretendendo che la sua persona e quella dei suoi familiari fossero oggetto di culto divino e compiendo atti irresponsabili sia in politica interna sia in politica estera, fino a quando fu eliminato dai pretoriani. 37 0 obj A est e a ovest si formarono due stati indipendenti: il primo in Gallia, il secondo in Siria, dove regnavano i signori dell’importantissima città commerciale di Palmira, Odenato e la moglie Zenobia. Nel 27 il senato gli attribuì l’appellativo onorario di Augusto, dai pregnanti contenuti politico-religiosi. 0000004301 00000 n 0000004783 00000 n Poco tempo dopo però Roma ruppe volutamente l’accordo ed ebbe inizio la “seconda guerra punica” (218-201 a.C.). Il nuovo indirizzo di governo gli inimicò le classi dirigenti, ma gli conciliò in compenso il favore del popolo, che apprezzava sia la pompa sfarzosa di cui l’imperatore si circondava, sia le ripetute elargizioni, sia l’allestimento di sontuosi spettacoli, sia il largo impiego di disoccupati nella megalomane opera di ricostruzione seguita al disastroso incendio di Roma del 64. Non di rado accadde in quegli anni che diverse legioni proclamassero contemporaneamente i loro rispettivi comandanti imperatori, scatenando così lotte violente per l’acquisizione della completa legittimità e del potere in una situazione di grave disordine e di sostanziale anarchia. endobj Log in required. 0000031480 00000 n Per far fronte alla crisi economica e frenare l’inflazione Diocleziano operò su più fronti: monetario, tariffario, fiscale. La data fatidica del 476 non rappresentò in realtà quasi nulla per i contemporanei: essa non modificò la sostanza di un impero occidentale ormai diviso a pelle di leopardo in territori di conquista delle popolazioni barbariche. 0000006565 00000 n Solo nella prima metà del IV secolo, tuttavia, i plebei furono ammessi a rivestire le massime magistrature repubblicane ed entrarono quindi a pieno titolo nella realtà politica romana. 34 0 obj Gli interventi di Costantino in campo economico rappresentarono anch’essi una novità sostanziale: in particolare egli coniò una nuova moneta d’oro, il sòlidus, e ne fece il perno di un sistema destinato a rimanere inalterato nel mondo romano e poi bizantino fino al XIII secolo. 28 40 Le province già pacificate, prive di truppe, rimasero invece sotto il controllo del senato, che le amministrava tramite governatori eletti con il sistema tradizionale. La classe dirigente romana era allora formata da due categorie di persone che traevano la maggior parte della loro ricchezza, e quindi il loro potere, rispettivamente dalla proprietà fondiaria o dalle attività mercantili. Annali I, 79, trad. Questo impose a Roma, assumendone egli stesso il nome, il culto di Elagabalo, una religione solare che avevano portato con loro dalla Siria le donne dei Severi. Pochi anni dopo un altro imperatore soldato, Aureliano (270-75), ricostituì l’unità dell’impero sconfiggendo gli stati autonomi dell’Oriente e delle Gallie. Ben presto i cesaricidi e i loro seguaci constatarono di non essere in grado di aggregare ampi consensi. Questa, secondo la tradizione, durò due secoli e mezzo: dal 753 a.C., anno della fondazione di Roma, al 509 a.C., anno in cui il re Tarquinio il Superbo venne cacciato da Roma. 31 0 obj Il suo capolavoro politico fu appunto l’invenzione del meccanismo dinastico della “adozione”: egli adottò pubblicamente, designandolo come suo erede, il generale spagnolo Traiano. endobj Salito al trono non senza qualche ombra circa il modo della sua adozione da parte di Traiano, Adriano (117-38), di origine spagnola come il suo predecessore, perseguì una politica tesa in primo luogo a consolidare i confini dell’impero, di cui non riteneva utile un’ulteriore espansione. Una crisi di simili proporzioni provocò anche numerosi fenomeni di violenza: cittadini ridotti alla fame e senza alcuna speranza per il futuro scelsero la via del crimine per migliorare la loro condizione; si formarono così bande di briganti e di sbandati, che rapinavano i carri e i viandanti lungo le strade: le famose vie dell’impero, vanto dell’ingegneria romana e spina dorsale del commercio, divennero troppo pericolose per essere praticate e i traffici mercantili subirono una forte riduzione, aggravando ulteriormente il quadro. Subito dopo Roma fu travolta dall’invasione delle popolazioni celtiche della Val Padana, che all’inizio del IV secolo a.C. sconfissero la lega latina e penetrarono in Roma (390 a.C. secondo la tradizione). <> Anche Elagabalo fu ucciso in seguito a una congiura di pretoriani nel 222. Ottaviano e Antonio si trasferirono oltre Adriatico, dove nel 42 a.C., in Macedonia, sconfissero i capi della congiura anticesariana Bruto e Cassio nella battaglia di Filippi.